solitude or loneliness…

La lingua inglese ha saggiamente intuito i due aspetti contraddittori della solitudine.

Così ha creato la parola “SOLITUDE” per esprimere quello stato della nostra vita, come quel momento in cui siamo perfettamente felici di essere noi stessi e possiamo assaporare e godere delle cose che ci sono intorno. La solitudine vista in questo modo ci può aiutare a entrare in contatto con il nostro vero “IO“, ci permette di riflettere su noi stessi, gli altri, la nostra vita e il nostro futuro. Spesso diviene un trampolino di lancio per una maggiore consapevolezza di sé, una maggiore creatività, nuove intuizioni, e una nuova crescita. La “solitude” è qualcosa che abbiamo scelto, è qualcosa che restituisce forza e ci carica, e che ci permette di donare anche agli altri.

E poi ha creato la parola “LONELINESS” per indicare uno stato negativo doloroso. “loneliness” è quando ci sentiamo soli, tagliati fuori e allontanati da altre persone. Così, ci si può sentire quando siamo esclusi, indesiderati o considerati poco importanti o  inosservati. Possiamo per questo essere circondati da persone che conosciamo e amiamo e ancora provare sentimenti di intensa solitudine. Tutto questo diventa una punizione o un rifiuto; radicata in un senso di carenza o inadeguatezza; “loneliness” è qualcosa che ci impoverisce, e si impone su di noi…

Nella lingua italiana per esprimere i due concetti esiste solo la parola “solitudine”…

“La solitudine può essere una tremenda condanna o una meravigliosa conquista”
Bernardo Bertolucci

Ora, io non so se chi ho fotografato fosse in uno stato o nell’altro…magari aspettavano per festeggiare una festa con la loro famiglia e riposavano semplicemente nell’attesa di questo evento, oppure attendevano un treno che li avrebbe condotti tra le braccia della persona amata…oppure non avevano nulla di queste cose, ed erano lì a consumarsi nella loro “solitudine”…

le foto come la vita raccontano mille storie, sta a noi scegliere quella che più ci piace e identifica in quel momento…

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